La sensibilità di Eugenio Boer sta nella sua capacità di modellare una matrice classica verso percorsi più concettuali, senza smarrirne la sua intrinseca identità.
La sua proposta parte da elementi che solitamente terminano o completano un piatto: le erbe aromatiche appunto, i fiori, le radici e le spezie.
Il ragionamento è stato fatto al contrario, iniziando proprio dai profumi stessi - resi protagonisti di questo nuovo percorso - lo chef ha sviluppato i piatti pensando solo in seguito al resto delle materie prime che li compongono.
Un determinato profumo o gusto sono stati i primi elementi per la creazione di una proposta alla quale accostare – poi - pesce e vegetali.
Leggerezza, aromaticità, intensità di gusto e profumo. Ecco cosa racchiude il nuovo menù, un passo in avanti verso una consapevolezza interiore che si riflette nell’offerta gastronomica.
Il ragionamento è stato fatto al contrario, iniziando proprio dai profumi stessi - resi protagonisti di questo nuovo percorso - lo chef ha sviluppato i piatti pensando solo in seguito al resto delle materie prime che li compongono.
Un determinato profumo o gusto sono stati i primi elementi per la creazione di una proposta alla quale accostare – poi - pesce e vegetali.
Leggerezza, aromaticità, intensità di gusto e profumo. Ecco cosa racchiude il nuovo menù, un passo in avanti verso una consapevolezza interiore che si riflette nell’offerta gastronomica.
Eugenio Boer, lontano dalle convenzioni più tradizionali, sceglie di distanziarsi dalla "normalità" che mette la proteina o il carboidrato al centro del piatto, dedicandosi invece a una ricerca stagionale incentrata sulle erbe aromatiche, dando spazio a ingredienti che spesso sono solo un punto di fine o di contorno: zenzero, fieno greco, gelsomino, eugenolo, sommacco, drangoncello (e molti altri) riscrivono la grammatica del gusto.
Non si tratta solo di un "cambio di ingredienti", ma di una rilettura del concetto di gastronomia, che si allontana da logiche di consumo rapido, per posizionarsi su una visione più riflessiva e tranquilla.
Il percorso dei Classici con i piatti iconici quali il cervo, gli immancabili risotti e il piccione rimane una colonna portante della cucina del ristorante [bu:r], ma parallelamente vi è anche questa intrigante proposta che inverte il gioco dei sapori e sposta la centralità del pensiero dalla proteina "principale" a ciò che viene considerato "marginale".