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[ LO CHEF EUGENIO BOER ]

Se nascessi un’altra volta farei il cuoco.

“Nato per sbaglio in Italia” l’8 maggio del 1978, mezzo italiano e mezzo olandese, Eugenio Boer cresce in Olanda, a Voorburg, fino all’età di 7 anni, quando la famiglia si sposta in Italia, a Sestri Levante (GE), per seguire il padre, allora agente di commercio. La sua passione per la cucina inizia molto presto, quando a soli 3 anni Eugenio inizia a mettere le mani in pasta insieme alla nonna materna, cuoca di professione, che si era trasferita nei Paesi Bassi portando con sé la sua impastatrice dell’Imperia.

A 12 anni insiste per andare a lavorare in un ristorante, ma il padre vuole che continui gli studi. Trova così un compromesso frequentando la scuola al mattino e lavorando di pomeriggio, mantenendo un equilibrio che lo porta a diplomarsi in ragioneria e nel frattempo a imparare le basi della cucina facendo pratica in alcuni ristoranti sestresi tra cui il Pescador e il S. Anna.

Dopo sei anni di apprendistato in Liguria sbarca in Sicilia, all’Osteria dei Vespri di Palermo, dove resta per due anni.

Si sposta poi in Germania, a Berlino, dove rimane per tre anni al Bacco – “ristorante della dolce vita berlinese”, il primo di cucina italiana in città – per proseguire da Vau, dove avviene il primo approccio con una brigata veramente grande e articolata e dove impara cosa significhi organizzazione e precisione.

La sua esperienza nella ristorazione tedesca, caratterizzata da una impronta locale con una impostazione mediterranea, gli fa capire come la cucina di altre parti del mondo possa essere elemento di contaminazione.

Decide quindi di tornare in Italia, a Palermo, dove lavora all’Osteria dei Vespri per quasi 5 anni, diventando il sous-chef di Alberto Rizzo, depositario di una grande cultura relativa ai primi piatti, da quelli sontuosi e ricchi di chiara derivazione palermitana alla pasta fresca ripiena, per via delle sue origini parmensi.

Boer si immerge così in un territorio che lo travolge di odori, sapori e rumori, assorbendo il mix di culture che permeavano la città e imparando a realizzare piatti tradizionali locali.
Capisce quindi che la cucina ha un enorme valore culturale imparando a trovare nel passato la chiave per il futuro.

Prosegue la sua formazione da Gaetano Trovato all’Arnolfo di Colle Val d’Elsa (SI), dove impara cos’è il grande ristorante facendo suo il concetto di intensità dei sapori unita a estrema eleganza.

Arriva poi a La Leggenda dei Frati, a Monteriggioni, fermandosi in provincia di Siena per 4 anni.

Continua poi nella sua scoperta delle regioni italiane caratterizzate da una tradizione gastronomica molto forte fino ad approdare nel 2011 in Alto Adige, al St. Hubertus, da Norbert Niederkofler. Qui scopre la cucina di montagna, apprezzandone l’attaccamento al territorio “non facile”, oltre che il concetto di famiglia che la brigata gli trasmette.

Arriva così a Milano dove si imbarca in un progetto pionieristico incentrato sul vino naturale: Enocratia.

Il fortunato incontro con Stefano Saturnino lo porta poi ad aprire il Fishbar de Milan, concept innovativo che gli fa abbracciare un mondo della ristorazione più smart, giovane e alla portata di tutti.

Dopo un anno si dedica ad alcune consulenze e, nel dicembre 2014, apre Essenza, che nel novembre 2017 lo porta a ottenere la sua prima Stella Michelin.

A giugno 2018 a Milano apre [bu:r], il suo ristorante, la cui insegna fuga ogni dubbio sulla pronuncia del cognome dello Chef.